L’Herbana

Il Seme del Soffio

HERBANA…Herbana…Herbana…
Nel silenzio questo nome è emerso facendosi strada fino a poterlo pronunciare.
Ricercando nel suo antico significato le Herbane erano donne del passato profondamente
conoscitrici del mondo delle erbe e delle loro proprietà curative. Osservatrici radicate e rispettose
dei ritmi di Terra e Cielo, tramandando la sacra arte femminile del “prendersi cura”, accogliendo e
nutrendo ogni aspetto dell’essere.
Essere una strega herbana vuol dire, quindi, ritornare alla natura e ai suoi insegnamenti.
Così ho fatto anche io e per diverso tempo sono stata partecipante ed insegnante di “erbette” tra i
campi. È bello vedere che in questi ultimi anni la voglia di recuperare questa conoscenza si è
allargata e sempre più suscita interesse e curiosità. È così più facile oggi trovare persone che
guidano questa sincera operazione di apertura dei propri 5 sensi nel contesto selvatico che la vita
ci pone davanti pur non vivendo per forza in aree boschive.
Ma più praticavo questa arte e più sentivo aprirsi una profondità differente dentro di me che
spingeva ad andare oltre i sensi fisici e chiamava ad unire il riconoscimento e la raccolta delle
piante spontanee con il riconoscimento ed il raccogliersi dentro di sé. In un circolo che è senza
inizio e fine poiché è uno: noi riportiamo a coscienza le piante spontanee e le piante spontanee
sono strumento di risveglio alla nostra stessa consapevolezza.


ERBIAMOCI (Il Seme del Soffio) è un percorso che nasce proprio come atto di evoluzione per
andare oltre la persona stessa, un riavvicinamento a noi stessi, in quello che realmente siamo e
per cui siamo anche noi in radice su questa terra.
Secondo la legge alchemica sappiamo che “come in alto così in basso, come dentro così fuori”.
Trovare un momento di centratura, camminare consapevolmente in natura, abitare quel Presente
che ci porterà a riconoscere prima dentro di noi e poi di conseguenza fuori di noi, raccogliere,
trasformare in piccole preparazioni e nutrirsi di quanto riconosciuto è qualcosa che va al di là del
semplice raccogliere, cucinare, mangiare, e dello stesso meditare presi singolarmente.
È una possibilità di guarigione, di ritrovare uno spazio intuitivo, naturale, spontaneo e selvatico in
un unico movimento e non più disgregato in passi separati (il corso di cucina naturale, la raccolta
di erbe, la meditazione, il forest bathing, ecc).
L’intento è riconoscere l’unicità di tutti coloro che accolgono la chiamata al diventare osservatori,
dedicando del tempo al rallentare, creando uno spazio di accoglienza e ascolto e andando a
portare nutrimento nel Corpo, nella Mente e nello Spirito. È farsi ponte per accompagnare
gradualmente in un viaggio all’interno e verso se stessi attraverso il sentirsi natura ed abitarla con
nuovi occhi.
Raccogliere ed essere raccolti.

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